Un inaspettato ritorno.
Vi aspetto sulla mia pagina Facebook per parlarne insieme.
Quell’astronave non era un semplice veicolo di esplorazione, era un grande e misterioso avamposto,
situata alla giusta distanza tra la terra e luna per non destare sospetti,
era super controllata da potenti campi magnetici,
era quasi impossibile potervi avvicinare, immaginatevi addirittura potervi entrare.
Il comandante, un avido tenente, ne era compiacente, notevoli erano i fondi,
e questo più di tutto gli importava, riempirsi le tasche di soldi e diamanti,
non si chiedeva e ne gli interessava, non faceva troppe domande sugli esperimenti
che lassù in quelle remote ed inaccessibili stanze, si andavano, ogni giorno a fare,
doveva soltanto sorvegliare, assicurasi che non ci fossero curiosi in giro,
ne problemi di qualunque tipo.
Robert, era il capo di tutto, una specie di scienziato pazzo,
ma forse pazzo, non lo era del tutto, era un Intelligentissimo visionario,
e soprattutto dannatamente in gamba, tanto da essere stato spedito
lontano da sguardi indiscreti a lavorare sui suoi assurdi progetti segreti.
Era talmente in gamba da non avere rivali, i suoi calcoli le sue formule,
erano di anni avanti, nessuno riusciva a decifrarli, lontanamente nemmeno ad immaginarli.
Era, dopo anni d’infruttuosi tentativi, finalmente riuscito a costruire una sorta di teletrasporto quantistico,
fantascienza per molti, ma non per lui,
l’esercito, già si le sfregava le mani, avrebbero potuto dislocare le truppe, farle arrivare silenziosamente
alle spalle del nemico, vincere le battaglie con il schioccare di un dito.
Sara e Sandra erano giovani e belle, desiderose di nuove ed entusiasmanti esperienze,
che forse quella stazione segreta gli avrebbe potuto riservare, ma quando aprirono il portellone, le colleghe, a cui davano il cambio, non stavano aspettando altro,
di potersene andare, altro che avventure, era la noia a farla da padrona, esclamarono stanche,
c’era soltanto da controllare i motori, farli senza intoppi funzionare.
Tutto il personale era sempre troppo impegnato negli esperimenti, che era impossibile comunicare,
fare amicizia, il massimo dell’adrenalina, era qualche breve giro spaziale se c’era qualcosa di rotto da riparare.
Ed … L’ufficiale, Felix, il più bello dell’astronave.
Gli avevano girato intorno senza sosta ma senza risultato, provato in tutte le maniere a farlo innamorare, ma niente, era sempre, come tutti d’altronde su quella nave spaziale, sempre indaffarato.
Con questo cattivo auspicio si diedero finalmente il cambio, il loro volto diventò da entusiasta ad disperato, forse le loro aspettative di avventura avrebbero dovuto, e di molto ridimensionarsi, Infatti i primi giorni furono di una noia mortale, passavano il tempo a dormire oppure che i motori funzionassero correttamente, controllare.
Anche loro si innamorarono quasi subito di Felix, era dannatamente affascinate,
più bello di un meraviglioso diamante, ma sembrava sempre freddo e distaccato, sempre troppo, come tutti la sopra, impegnato.
Ma Sara non era una semplice esploratrice quando voleva una cosa non c’erano scuse ne sfide, impossibili, doveva essere suo,voleva ad ogni costo le sue braccia attorno al suo corpo.
Cominciò a giragli sempre intorno ad inventare stratagemmi, per poterlo incontrare, ma nonostante tutti i suoi sforzi, nulla sembrava funzionare, era davvero impenetrabile, di pietra,
finché un giorno, ormai d’amore stremata, simulò un incidente nelle cabine degli spogliatoi,
ed appena lui entrò gli si fiondò seminuda tra le braccia.
Nemmeno lui, così freddo e distaccato, poté a questo punto ignorarla e , come neve al sole, si sciolse all’istante.
Mesi di pressioni e duro lavoro, fecero spazio finalmente ad una pausa di pura passione,
quella sera fecero per tutta la notte l’amore, con sullo sfondo la luna e le stelle a fare da curiosi spettatori.
Ogni giorno che passava il loro rapporto si faceva più bello ed intenso, erano diventati due amabili amanti, in quel gelido, nello spazio, inverno, finché un giorno lei gli corse incontro in lacrime disperata, non voleva perderlo, perché di lui si era follemente innamorata,
Felix, aveva deciso di fare da cavia per il teletrasporto del dottor Razzywi
era secondo lui l’unico giovane ed in forma in grado di resistervi,
e poi avevano già fatto una prova con il pappagallo da compagnia che avevano a bordo,
e tutto era filato liscio, non c’era motivo di preoccuparsi, inutilmente allarmarsi,
ma Sara non ne era convinta e insistette inutilmente perché cambiasse idea,
ma non ci fu niente da fare.
Per tranquillizzarla, gli diede un trasmettitore con una sequenza segreta, che solo loro due ne erano a conoscenza, ed una volta teletrasportato sulla terra, avrebbero subito comunicato, di nuovo amorevolmente parlato.
Quando venne il giorno dell’esperimento lei non volle assistervi, stringeva in mano quel pesante trasmettitore cercando conforto in quelle lunghe ore, parlando con il pappagallo,
ma lui ripeteva, sempre le stesse cose : “ Buongiorno e benvenuti a bordo”
Quando si alzò per accarezzarlo, lui scappò via dalla gabbia, lei lo ricorse, per tutta la stanza,
finché rimase impietrita … perché quel uccello aveva attraversato il muro, come un fantasma …
Allora corse più in fretta che poté nella sala dell’esperimento, ma già in cuor suo sapeva che sarebbe arrivata tardi, è così fu, lui era già in viaggio per la terra, sotto forma di materia.
Lei, di nuovo in lacrime raccontò tutto al comandate, a Robert, agli scienziati, che se in un primo momento non le credettero, poi si ricredettero, di fronte all’evidenza, quando videro quel pappagallo che attraversava le pareti, come fosse trasparente.
C’era stato un grosso problema, una volta materializzata la materia, non lo rimaneva per sempre, e la stessa sorte sarebbe capitata, a breve, anche al povero Felix, gli chiesero di teletrasportarsi di nuovo a bordo, per poterlo aiutare, ma soprattutto, prima che scomparisse del tutto, analizzare, lui però aveva ormai capito, e si teletrasportò, ma nello spazio infinito, prima di fare a Sara una promessa, che sarebbe prima o poi da lei ritornato.
Passarono trenta anni e Felix viaggiò sotto forma di raggio di luce, per tutto questo tempo,
fino agli inizi del cosmo, tra miliardi di stelle,
Sara ormai era sicura di averlo per sempre perduto, ma conservò gelosamente, quel’apparecchio, ed ogni sera lo stringeva forte tra le mani, finché una notte, una voce uscì da quel trasmettitore :
“Sara preparati che sto arrivando”
Lei era incredula, o forse stava impazzendo, ma quel messaggio si ripeteva ogni notte, allora,
non perse tempo, si catapultò in quella vecchia ed abbandonata astronave,
a cercare quella macchina per poterlo di nuovo abbracciare.
Con senza difficoltà, riuscì a rimetterla in piedi e farla di nuovo funzionare,
da quando quell’esperimento pieno di problemi era stato accantonato,
a nessuno sarebbero serviti eserciti che sarebbero poi scomparsi nel nulla,
lo stesso Robert non riuscì successivamente a porvi rimedio,
tutto quello che veniva teletrasportato dopo un po’ scompariva, e non si sapeva che fine faceva.
Quella notte, c’era una luce era accesa, in quella sempre spenta, ed abbandonata al suo destino vecchia astronave, era Sara, ai piedi di quella macchina , che non riusciva più ad aspettare, finché in un secondo un bagliore, era Felix, bello ancora più di prima, era come trenta anni fa, ancora giovane.
Sara, pianse per l’ennesima volta al suo cospetto, ora era vecchia, piena di rughe e stanca, e non più giovane ed attraente, ma le sue labbra, il suo profumo, la sua voce era la stessa, ed a Felix, bastava questo.
Gli disse che aveva girato in lungo l’universo, visto incredibili meraviglie, attraversato lo spazio ed il tempo,
ma una cosa più bella dell’amore non l’aveva mai trovata, per questo era di nuovo da lei ritornato.
Voleva di nuovo i suoi baci i suoi abbracci, quello che nello spazio infinito non era riuscito a trovare,
allora la strinse come la prima volta forte a se e fecero ancora una volta l’amore,
aveva realizzato il suo sogno quello di vagare nell’universo, ma una cosa più bella di lei, non vi era da nessuna parte.
Gli disse, infine, che aveva risparmiato tutte le sue energie, soltanto per poterla di nuovo abbracciare,
poiché sarebbe di nuovo scomparso, ma questa volta, per sempre, avrebbe potuto vivere in eterno sotto forma di raggio di luce, ma preferii morire tra le sue braccia, dopo aver fatto per l’ultima volta con lei l’amore.
Sara non pianse questa volta mentre lui tra le sue braccia scompariva, l’aveva di nuovo come la prima volta rapita, ed aveva capito che una cosa più bella in tutto l’universo non esiste,
ovvero l’amore, che soltanto sulla terra come il più bel dono, ogni giorno, ovunque, fiorisce.