C’era una volta, questo mio “amico”, che non so per quale folle motivo, ogni volta che ci incontravamo, gli piaceva , sempre, mettermi in imbarazzo, oppure semplicemente rattristarmi, in continuazione.
Aveva davvero una bella ragazza, e quando ero io con lui, gli scatenavo, incredibilmente, come una afrodisiaca sostanza, la passione più calda ed incontrollabile;
Gli era sempre addosso, le la riempiva di baci carezze abbracci ti ogni tipo.
Sapeva bene, che questo mi faceva stare male, mi ero confidato con lui più di una volta, ed invece di essere gentile, con il mio cuore, lo umiliava davanti a me, ogni benedetta volta.
Lui, aveva tutto; Un buon lavoro, un sacco di amici, una band con la quale sperava di fare successo, e si vantava e gongolava, con la sua chitarra in mano, neanche fosse Jimi Hendrix, Keith Richards oppure Eric Clapton …
Io invece non avevo nulla; ne una ragazza, ne un lavoro, ne una band.
Avevo soltanto la mia sala prove, dove mi rinchiudevo, quasi sempre; Dove, cercavo di scappare, dalla cattiveria del mondo, che ogni qual volta mettevo piede fuori, mi assaltava come famelici lupi, un povero, indifeso e solitario agnello…
Quella era l’unica cosa, che avevo, nella mia vita.
Mi affrontava sempre, con un esercito di uomini, con la sua principessa stretta al collo, mentre io solo e nudo, cercavo di controbattere in qualche modo, parare i suoi colpi bassi, ogni maledetta volta.
Mi chiamava “ il depresso sulla montagna “ mai in faccia, ma nelle chat di WhatsApp che si scambiava con il amici, nei suoi tanti gruppi.
Cosa avevo fatto di male, per meritarmi tanta cattiveria, non lo sapevo e non l’ho mai saputo.
Alla fine mi sono allontanato, l’ho dovuto allontanare, perché ogni volta era uno schiaffo in faccia, un pugno dritto nel petto.
Ed ora, a distanza di anni, mi chiedo, se davvero, ha raggiunto il suo desiderato e agognato successo.
Se, lo vedremo magari sulla rivista di qualche giornale famoso, oppure in TV, come lui auspicava sempre.
Ma sopratutto mi chiedo, come mai, e perché sempre, nella mia vita, capitino puntualmente, soltanto queste maledette persone, come fossi una immensa calamita di negatività.
E mi facciano perdere un po’ di tutto; tempo, anni, e sopratutto salute.
Ma mai, la passione, nel creare musica, nello scrivere ogni giorno di tutto, perché questo è il mio mondo, e nessuno me lo può portare via; creare, emozionarmi, scrivere.
Come ora, di lui, e di tutti quelli che in modo positivo oppure negativo, sono entrati, ed entreranno, in punta di piedi oppure senza minimamente bussare, senza nessun permesso, in questa mia solitaria ed degna di un film, incredibile, vita.