Ho sempre amato l’Arte in ogni sua forma possibile,
Scrittura, musica, disegno, fotografia e tutti i suoi stupendi rami.
La fotografia, mi ha conquistato molto dopo, ma pian piano ha fatto breccia
non immediatamente, come la musica, ma lentamente.
Scattavo sopratutto per me stesso.
mi piaceva ritornare a casa con la reflex piena di scatti e poterli poi modificare,
dare loro la mia interpretazione.
Passavo ore ed ore in sua compagnia, giorni interi.
Molto spesso, ricevevo messaggi in cui mi si chiedeva di scattare a compleanni inaugurazioni, eventi.
Non ho mai accettato, anche perché, non era la mia professione, ma soltanto un bellissimo hobby.
Però ultimamente, per sbarcare il lunario, avevo deciso di fare uno strappo alla regola …
Era una bellissima giornata di Giugno, dovevo scattare ad una festa di compleanno,
niente di complicato, lo avevo già fatto in precedenza per amici.
Arrivo in anticipo, sistemo la strumentazione, ed esamino la location.
Personalmente, avevo trascorso un periodo non proprio facile pieno di problemi,
ne avevo passate di tutti i colori,
ma lontano, intravedevo, una luce in fondo a questo mio tunnel.
Sentimentalmente, ero, ancora alla ricerca della mia anima gemella,la desideravo più di ogni altra cosa,
più della musica più dell’arte.
Sentivo il bisogno, dopo anni di solitudine, di creare qualcosa di bello,cercando, purtroppo inutilmente, perché annaspavo tra indifferenza e delusioni.
Cominciavano intanto ad arrivare i primi invitati,
e con loro i primi scatti, le prime pose buffe e sorridenti
ed arrivò anche il suo ragazzo.
Alto, moro, muscoloso, molto piacente ed estroverso.
Dopo un po’, mi chiamano da parte, e mi chiedono se potevo fare loro due scatti in privato.
E li, con il cuore rattoppato e pieno di pezze e cicatrici, cominciai a scattare.
Più scattavo più saliva la mia tristezza, che non potevo ,ahimè, esternare.
Non potevo piangere, se avessi potuto l’avrei fatto certamente, ma cercavo di sorridere,
mentre le loro labbra si toccavano, io toccavo il fondo,
tanto amore da una parte, tanta tristezza dall’altra.
Ero quasi al limite, con gli occhi lucidi, pieni di lacrime, pronti ad inondare il mio viso,quando, fortunatamente, l’arrivo di nuovi invitati, mi strappò da quel supplizio.
Ricomposi in silenzio i pezzi della mia anima, e ricominciai a scattare di nuovo sorrisi ed abbracci.
Ma non ero più felice, avevo ora, una lama conficcata nel petto, che mi sarei portato per tutta la sera.
Per di più, durante la cena, messo in un angolino da parte, con solo la mia amica reflex a farmi compagnia.
In un piccolo scantinato, con una grande finestra, da quella grande vetrata, potevo osservare il pizzaiolo mentre preparava il suo impasto, e la grande sala da ballo,
Ma c’era poco da osservare, volevo solo scappare via, se avessi potuto.
Chiedevo intanto scusa al mio cuore per averlo messo in questa situazione
ma cosa ne sapevo io ?
Volevo solo arrotondare un po’, avere qualche spicciolo in più in tasca …
lo avrei sicuramente avuto, ma nello stesso tempo, insieme ad un buco enorme nell’animo.
Verso le due di notte finalmente spensero le luci.
Tanto ero impaziente di andarmene, che non presi nemmeno i soldi delle foto, come pattuito dopo la festa.
Volevo solo tornare a casa.
Mi contattarono il giorno dopo, inventai una scusa li sul momento.
Erano molto felici, perché le foto erano piaciute molto.
Sopratutto gli scatti intimi.
Avevo notato, che avevano sostituito l’immagine del profilo con una delle foto che gli avevo scattato, ed addirittura creato un album.
Ringraziai per i complimenti, e dissi loro che sarei ritornato nei giorni successivi per riprendere i soldi.
Non ci andai mai, quel posto era diventato off limits per me.
Volevo solo voltare pagina.
Inutile dirvi, che quella fu la prima ed ultima festa di compleanno in cui scattai.
Ma, immaginavo spesso, una grande festa, dove nessuno veniva messo da parte,ed ero io il protagonista, felice e sorridente e sopratutto amato.
Ed, sto aspettando ancora …