Mi sono sempre immaginato,
spesso, le nuvole dei campi…
Le nuvole dei campi ma,
non quelli in fiore
quelle, dei campi di concentramento…
Fatte di persone.
Di sogni, di emozioni,
soprattutto di paura e di orrore,
di, tante domande e NESSUNA risposta…
E, se era questo l’unico modo per
rivedere la luce del sole…
Passare, da dentro il tubo di un camino,
l’unico modo per uscire da quell’incubo.
Me le immagino alte e dense,
sopra le guardie,
che, se potessero parlare…
E poi finalmente, la libertà.
Chi ritorna a casa, e “piange”.
Sul comignolo di un tetto,
per poi scendere fino sul vetro
di una finestra:
“Guarda, sembra un cuore”
Lo è.
Chi solca gli oceani,
me le immagino nuvole
fatte di SENTIMENTI…
Se per non dimenticare,
basterebbe questa mia storiella…