A Milano ieri è caduta la neve,
l’ho visto nelle storie su Instagram dei miei contatti,
con il cellulare stretto in mano, mentre i fiochi scendevano veloci.
Sulle macchine, sulle panchine vuote, su qualche gatto selvatico in cerca di un pasto ristoratore.
Quello che non potevano sapere, era, che quella, non era neve, ma io, che scendevo giù,
io, che cercavo di creare il mio futuro, come un sarto delizioso e paziente.
“Forse non è neve quella che cade giù, forse sono io”
Chissà mi chiedevo, se avranno notato stranamente, che quella neve parlava, cantava.
Se avranno ascoltato le sue note, quando fioca e delicata, si poggiava sulle loro mani,
sul viso, e forse sul loro cuore.
Chiusa la finestra, quella che sembrava neve, si è abbracciata composta, per poi sparire ovunque.
E finalmente, anche se non fisicamente, ma come neve, di una triste mia canzone,
l’ho potuta vedere anch’io, ieri mattina la bella Milano.
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