Non molto tempo fa, mi sono preso premurosamente cura, e poi ho adottato, un dolcissimo, cagnolino abbandonato.
Lo trovai in una fredda giornata d’inverno,
davanti alla mia porta di casa, tremolante, affamato ed indifeso, con ancora il collare stretto, al suo piccolo e gracile collo.
Era molto impaurito, ed dovetti insistere molto,
per guadagnarmi almeno un briciolo, della sua fiducia.
Pensavo, chissà cosa avrà dovuto penare, povera anima, per accovacciarsi, e tremare, ogni volta che tentavo inutilmente di accarezzarlo …
Ed una cosa simile, succede a molte persone, là fuori.
Ne hanno passate davvero tante, che quando cerchi soltanto di avvicinarti un po’ di più, tremano, si chiudono in se stesse,
come ricci, come salici piangenti,
come lumache prese a calci, nel proprio guscio.
Hanno paura, anche soltanto di ascoltarti.
Come cani abbandonati e bastonati dalla vita, vagano per le strade, piene d’indifferenza, sui marciapiedi dei paesi, delle città,
sfiorando i muri dei palazzi,
allontanandosi velocemente, appena qualcuno gli si avvicina un po’ troppo.
Io mi sono preso cura di quel povero cucciolo, ed almeno in parte, gli ho restituito la felicità e la gioia di vivere.
Lo sento, quando mi abbaia festoso, scodinzolando a più non posso.
E dovremmo fare la stessa cosa, con tutte quelle persone abbandonate a se stesse, là fuori.
Non ignorarle indifferentemente, ma farle sorridere,
conquistare pazientemente la loro fiducia e ridargli di nuovo,
la gioia e la dignità di vivere.
Perché il sorriso, di chi non ha mai sorriso, è, credetemi,
il più bello dell’universo intero.