Lei era come me, aveva la mia stessa mia luce negli occhi, si emozionava, per cose piccole e semplici, scontate, per gli altri.
La incontravo spesso ferma ad ammirare il tramonto, oppure, a raccogliere bianche margherite, nei prati in fiore, davanti alla sua abitazione.
Faceva spesso il giro dei teatri,dei musei, delle biblioteche della sua città, quando, le sue coetanee, si divertivano a postare, foto mezze nude su Instagram, oppure ridicoli video su tik tok.
Era incredibilmente bella, ma sopratutto rara, come la pioggia, in una giornata di sole.
Era molto più giovane di me, molto più matura per sua età.
Anche se la conoscevo da poco, mi sentii in dovere, di darle dei consigli, su come gestire questo nostro grande fardello.
Io, avevo sbagliato tutto, e non volevo, per nessun motivo al mondo, facesse gli stessi miei sbagli.
Lei, come me, come molti altri, su questa terra, aveva un dono, che non è destinato a tutti, raro e meraviglioso, allo stesso tempo,ma anche incredibilmente pericoloso, da mostrare.
Lei, era sensibile, dannatamente sensibile.
Le raccomandai, di non aprirsi con tutti, di non mostrarsi agli avvoltoi, di costruirsi una solida corazza, da abbandonare soltanto, per chi era bello dentro, quanto lei.
Di non camminare nuda, come avevo fatto io, per anni.
Nudo, con i miei sogni, i miei sentimenti, le mie ferite in bella mostra, in giro per il mondo.
E tutti, si sentivano in dovere, di mettere le loro sporche mani, nelle mie cicatrici ancora da rimarginare, solo per vedere, se sentivo ancora dolore.
Insomma, la misi in guardia, su quello che sarebbe potuto accadere, se avesse sbagliato strada.
Gli augurai, di circondarsi di persone belle, perché c’è ne sono ancora molte, la fuori, e di non abbandonarle mai,per nessun motivo al mondo.
Fare di loro, la sua seconda famiglia, che l’avrebbe, custodita e protetta, per le strade buie e pericolose della sua città.
Mi disse sorridendo, che aveva capito, mi ringraziò per i consigli, e mi diede un inaspettato bacio sulla fronte.
Era davvero tanto bella, quanto rara, ma sopratutto ingenua, ed avevo dannatamente paura, che l’inverno l’avrebbe gelata, oppure i lupi assaltata, come avevano fatto come me.
Non aveva attraversato ancora, il bosco della vita, ed io che ne ero uscito da poco, volevo assicurarmi che quando, si sarebbe inoltrata tra quei rovi, in mezzo a quelle sterpaglie, non lo avesse fatto nuda, come in passato, lo avevo fatto purtroppo, inconsapevolmente, io.