Lo sai, che i tuoi occhi, non sono occhi, ma un grande cielo stellato, dove mi fermo ogni sera, per scovare qualche solitaria stella cadente, così da esprimere finalmente i miei desideri ?
Le tue labbra non sono labbra, ma la bocca calda di passione di un vulcano;
Del Vesuvio, del maestoso Etna,
ed io vorrei arrampicarmi su quelle pareti, senza paura di bruciarmi, per arrivare fino alla cima, per poi cadervi, sulle tue rosse labbra.
Il tuo corpo non è un corpo, ma l’apoteosi della perfezione, come un levriero in campo aperto,il vento d’estate, il mare d’inverno.
E per quanti cuori virtuali possa lasciarti, stasera, quello che desidero davvero, e donarti, quello, vero;
Che batte ora sotto la mia pelle, triste e solitaria come una rovina, da millenni oramai.
Tu potresti illuminare la mia vita, come il sole la terra,
dare un senso ai miei battiti, uno scopo alle mie labbra,
potresti essere tutto questo.
E mentre leggo ora, questo appassionante romanzo, mi immagino di averti di fianco,
qui ora con me, e tutto si colora, tutto risplende finalmente, ed il grigio scompare, con te.
Ma questa purtopppo sarà nient’altro che l’ennesima illusione, il millesimo esercizio di scrittura,
anche se io tutto questo lo bramo, lo desidero immensamente, come e più dell’ossigeno una cellula, un abbondante raccolto un contadino stanco, finalmente l’amore, il mio cuore.
Dammi un segno ora, ed io correrò senza mai fermarmi, scalzo ai tuoi piedi;
Lo sai che potresti con un si, cambiare il corso della mia vita ?
illuminare come un bambino, d’innanzi a dei giochi, i miei occhi ?
potresti rendermi finalmente, felice, e farmi apprezzare persino, questo mio buco nero, dove sono relegato come un prigioniero, imprigionato da decenni.
Usa la tua chiave per librarmi, o magnifica creatura, liberami dalla solitudine, dall’indifferenza del mondo, e rendimi finalmente felice.
Non lasciarmi da solo, ti prego, non lasciare che questa stasera sia, la mia triste maledetta ed ennesima, illusione.