La domanda che mi ponevo era sempre la stessa.
Cosa mettere ogni mattina dentro la mia testa, in questo mio fragile e vecchio cranio ?.
Il Cuore, così da poter osservare il mondo con i suoi occhi,
vedere l’anima delle persone, emozionarmi insieme a loro,
ridere, piangere, scherzare, amare al ritmo dei suoi battiti.
Oppure la mente, questo mio cervello freddo e razionale,
che teneva a bada le mie emozioni, come briglie, cavalli selvaggi in cerca di
Grandi praterie dove lanciarsi in corse senza fine.
Facevo sempre scegliere al caso, e comunque andava, sbagliavo, sempre.
Freddo come l’Antartide, con chi mi voleva davvero amare,
caldo ed ospitale con chi invece, mi vivisezionava il cuore, in tanti piccoli pezzettini.
Mi stancai, ed una mattina decisi di uscire senza testa,
almeno, qualunque cosa mi sarebbe accaduta,
non avrei finalmente e dannatamente sbagliato ancora.
Dipinto di Sílvia Marieta ©