Dio santo come sei bella.
Cosa darei per potervi annegare, sulla tua soffice pelle bianca,
mi farei fucilare come un prigioniero, senza scampo, di amore per te,
e per quel tuo sorriso, che ti strappo, quasi ogni giorno, sotto la tua colorata mascherina,
dopo avermi ogni volta, fatto un’operazione nuova, oppure venduto qualcosa.
Una volta una ricarica al mio cellulare, un’altra a quello di mio padre, di mio fratello,
oppure quello di qualche mio amico, stupito, del regalo, improvviso e sconosciuto.
Ma ogni scusa è buona per vederti, perché quel tuo sorriso mi incendia la giornata,
schiarisce la nebbia mattutina dalle strade e dalla mia mente.
È una ricarica si, ma per il mio vecchio e solitario cuore.
Nonostante ho il tabaccaio sotto casa, ogni volta mi è possibile, corro da te.
Più di 20 km di distanza, ma non mi importa, anche se avessi il negozio sulla luna.
Bramo quel minuto insieme, mentre delicata come la rugiada bagni i miei pensieri.
E quante volte sai, ti ho lascio il mio numero, quello della ricevuta, facendo finta di averlo dimenticato li,
sul bancone, sperando che mi chiamassi, magari per sbaglio, per curiosità, per destino.
Chissà, se ti chiedi mai chi sono, perché quasi ogni giorno sono li in fila, per te …
La macchina, è piena di cose inutili che non userò mai; una miriade di scontrini, riviste di qualsiasi genere,
ma il tuo sorriso invece si, quello mi serve, per sognarti la notte, il giorno, sempre ed ovunque.
E spesso, mi chiedo geloso, se anche con gli altri clienti, sei così gentile,
oppure sono soltanto io il fortunato vincitore delle tue attenzioni.
Dio santo, ci penso sempre;
Cosa darei per annegare sul tuo corpo,
come il Titanic, vorrei affondare senza scampo, sulla tua bianca pelle in tempesta,
e non voglio che nessuno mi salvi, perché voglio morirvi, morire di te.
Non c’è zona rossa che possa dividerci,
e sull’autocertificazione anche stamattina ho scritto chiaro e tondo,
sotto comprovate esigenze lavorative, il tuo meraviglioso nome.