Se volete scoprirmi un po’ di piĂą, vi consiglio di leggere questa bella intervista
Buona lettura
Salvatore Altieri, la voce della musica
30 ottobre 2020 di Rossella Oricchio
https://www.rossellaoricchiointervista.com/
Uno dovrebbe, ogni giorno almeno, ascoltare una piccola canzone, leggere una buona poesia, vedere una bella foto e, se fosse possibile, pronunciare alcune parole ragionevoli ( J. W. von Goethe).
Ascoltare, ascoltarsi, ascoltare la propria voce è quanto di più importante possa esistere.
Perché vuol dire vivere più di una vita.
Vuol dire avere una doppia pelle e un rifugio nel quale andare per poi uscire a vedere la luna e le stelle. Ascoltarsi è tutto, è tante cose messe insieme: è sentire il proprio corpo, percepirlo attraverso le emozioni e gli stati d’ animo. Ascoltarsi è percepirsi, stabilendo un contatto con se stessi andando anche oltre se stessi, fino ad avere una propria personale visione.
E così ci sembrerà di sognare, a occhi aperti, occhi chiusi ma ci sembrerà di sognare.
E per sognare, sembrerĂ strano, occorre credere in se stessi prima che nei propri sogni. Occorre capirsi, comprendersi e annusarsi in tutti gli angoli, per arrivare in tanti porti, in smisurate campagne verdi ma sempre in compagnia di se stessi.
E solo dopo essersi esplorati e conosciuti, si arriverà anche a credere in ciò che di bello si ha dentro, scoprendo quel tesoro nascosto che la vita poco alla volta ci tirerà fuori.
Tutto avrà un senso diverso come guardare quel tramonto perché non lo guarderemo con aria distratta ma attraverso il nostro intimo sentire.
Solo così ascolteremo quella musica che se pure vorrà andare oltre oceano, starà per sempre con noi a farci compagnia.
Solo così avvertiremo i brividi sulla nostra pelle che non sarà più la stessa dopo esserci ascoltati a lungo. Difatti bisogna sempre avere occhi grandi per guardare il mondo e braccia spalancate per accoglierlo, in quell’ umiltà che fa rima con terra, con l’ affondare le mani nella terra.
E se anche ci saranno volte nelle quali vorremmo lasciare la presa perché troppo stanchi, i nostri sogni agiranno al posto nostro e saranno vigili padroni del nostro tempo.
Questo e altro ancora è capitato a Salvatore Altieri, un ragazzo di trentotto anni con la passione per la musica alla quale sta dedicando parte della sua vita.
Salvatore è originario di Castello del Matese, un paesino in provincia di Caserta al confine con il Molise.Un paese di pochi abitanti, un paese a carattere agricolo e rurale che tanto ha dato al nostro cantautore e tanto ha tolto.
Ma è proprio nell’ alternanza delle stagioni che si intravede una nuova luce, è proprio nel contrasto tra bianco e nero che si riescono a trovare le sfumature, è proprio nelle crepe che si intravede la luce e l’ arte. Perché la musica come ogni altra forma d’ arte nasce da un bisogno interiore, da quell’ esigenza unica e sola nel volersi raccontare a modo proprio.
Per esprimersi, per comunicare e per intravedere colori e sfumature diverse che la vita di tutti i giorni non può dare se non celebrata poi da una passione vera.
Salvatore Altieri è un cantautore, suoi sono i testi, le parole e la musica.
Ciò che colpisce della sua storia e della sua personalità è la sua forza in controluce, una forza che nasce pian piano fino ad illuminarlo completamente.
Difatti la sua passione è stata un crescendo di emozioni, di parole, di sentimenti. Salvatore Altieri nella sua musica mette tutto se stesso, senza mezzi termini, senza fronzoli, in maniera diretta e garbata.
In quella che è la stessa educazione ai sentimenti, perché bisogna saper dire le cose, bisogna che la scrittura sia un valore universale, adatto a tutti e in tutti i tempi.
Ecco, è questo che rimbalza subito al cuore attraverso la musica di Salvatore Altieri, questo voler cercare non solo la musica appunto ma la voce della musica.
E la musica non può esistere se non c’ è chi l’ ascolta, se non ci sono i sentimenti e le emozioni che l’accolgono. Salvatore va oltre ed è questo che trasmette, non coinvolgendo soltanto il pubblico attraverso le note musicali e le parole ma nel voler cercare nei testi e nelle note un proprio credo, un proprio modo di riflettere sulle cose del mondo.
E questo arriva.
E ciò che dice nella sua musica fa rima con contenuto, sostanza e poca apparenza. Non canta e suona Salvatore per compiacere alla musica bensì per trovare un accordo, un’ assonanza, un patto, scendendo nel profondo.
E la musica questo lo sente e lo ripaga in un’ armonica visione, in emozioni e pensieri e sogni che guardano nella stessa direzione.
Come è avvenuto nel suo ultimo progetto “ Il buco nero”, un album che uscirà a breve, un lavoro al quale Salvatore tiene particolarmente perché frutto della sua evoluzione musicale
Ciò che intriga delle sue canzoni oltre alle parole è davvero il contenuto, qualcosa che va oltre la musica stessa.
Qualcosa che si può riassumere in passione, ispirazione e sensibilità artistica.
Il nostro cantautore è partito per gradi come se la musica l’aspettasse fuori dalla porta anche quando la richiudeva.
Poi ha deciso di darsi delle possibilità e da qui è iniziata la sua escalation emozionale, la sua spinta interiore. Da qui ha sentito poi la voce della musica come un’ eco o la voce del mare e del vento.
Un voce che ascolta chi entra in comunicazione con se stesso per poter poi entrare in comunicazione con gli altri.E così nella casa-rifugio che è il suo paese, così piccolo ma anche così ricco di contenuti, così ricco di crepe come di luci, Salvatore ha iniziato ad incamminarsi per alcune strade maestre o percorsi obbligati…
Percorsi che si sono rivelati fondamentali per il suo ingresso nel mondo musicale e per la sua formazione. Rilevante è stato il suo impegno al Saint Louis College of Music di Roma dove ha scelto di studiare chitarra moderna come anche formativa è stata la sua esperienza sanremese.
Gli incontri fortunati fanno il resto perché sono quei mattoni che aiutano a costruire la tua casa. Intanto dopo un periodo nel quale si era allontanato dalla musica, proprio nell’ età dell’ adolescenza, ha avvertito una voce interiore che lo chiamava quasi con l’impazienza di essere scoperta appieno.
E così è stato, ha voluto seguire il campo del cantautorato, mettendosi in discussione e iniziando con le lezioni di canto.
E dal canto si va alle parole e dalle parole al canto in un crescendo di emozioni, in un sogno che si apre di notte e arriva alle prime luci dell’ alba, ascoltando quella voce che vuole tenerci uniti alla bellezza e alla vita.
Ed è così che dalla cenere si può anche rinascere e con la musica si può vivere due, tre, mille volte…
Perché solo ascoltando se stessi e la voce della musica, solo andando oltre quel luogo prefissato, si può raggiungere ciò che è ai confini dell’ anima.
Cantando ciò che si scrive con le proprie mani, parola dopo parola e canto dopo canto. Perché soltanto ciò che di bello si prova dentro di sé può essere utile al mondo.
Salvatore Altieri regala gocce di luce talvolta cariche di struggimento e nuovi voli per pensare, sognare e vivere.
La vita è un racconto, qual è il tuo?
Oggi lavoro nell’azienda di famiglia, produciamo miele e prodotti dell’ alveare e nel tempo libero mi dedico alla musica…
Sono una persona molto sensibile, a dodici anni i miei genitori mi imposero di seguire un corso di pianoforte, mio padre è un militare, mia madre una casalinga.
Nel mio paesino c’ erano tanti ragazzi musicisti con le loro band e verso i diciassette anni, nel pieno dell’ adolescenza, mi accorsi che attraverso la musica riuscivo a gestire le mie emozioni…
Si è trattato di un’ esigenza interiore, tutto è iniziato nel 2004 da autodidatta.
Lavoravo in uno studio di geometra, poi sono riuscito ad iscrivermi al corso di chitarra moderna che si teneva presso il Saint Louis College of Music di Roma.
Questa esperienza durata due anni mi ha dato tanto a livello formativo…
Quali altri incontri importanti ed esperienze in campo musicale hanno segnato il tuo percorso di autodidatta a tutt’ oggi?
Intanto ho studiato chitarra con il noto chitarrista Marco Sfogli, poi nel 2010 è iniziata la mia avventura sanremese: presso l’Accademia di San Remo ho seguito lezioni e audizioni.
Importante è stato anche l’ incontro con la vocal coach Nunzia Carrozza con la quale, nel tempo, si è creato un rapporto umano oltre che professionale.
Nel 2010 ho seguito il campo del cantautorato, ho preso lezioni di canto e sono passato poi all’ incisione dei dischi.
Sono contento di questi miei piccoli passi, aspettando gli altri ma certo è che vivrò di musica, senza non darei senso alla mia vita!
Quanti brani musicali hai al tuo attivo ?
Nel 2011 ho inciso quattro brani in un EP dal titolo “Dove è meglio che tu sia”, poi mi sono fermato per un lungo periodo di tempo per miei problemi personali fino ad arrivare al 2019 con il disco, una sorta di demo intitolato “Dalla Cenere”.
Prossimi progetti ?
Uscirà a breve il mio nuovo disco dal titolo “Buco nero”, un disco suonato e cantato, tra chitarra, basso, batteria e tastiera.
L’ho già inviato a varie case discografiche, incrociamo le dita…
Speriamo bene davvero, perché il nome “Buco nero”?
Mi sono profondamente ispirato al mio paese che mi ha dato tanto e mi ha tolto tanto, un buco nero che ti può inghiottire se non riesci a salvarti, io mi sono salvato con la musica !
Qual è la tua fonte ispiratrice e quali messaggi desideri inoltrare?
Mi hanno ispirato dunque la mia vita paese, la natura con le sue stagioni, la mia tristezza…
che è quel motore che mi fa creare, perché quando sono contento, non sento troppo la necessità di scrivere …
Intanto cerco di sensibilizzare le persone al problema dell’ inquinamento come al problema della povertà e del razzismo. Poi parlo di amore con le sue gioie e le sue sofferenze…
Che cos’ è la musica per te ?
La musica per me è il mio modo di dialogare con il mondo…
Come ti definiresti come persona e come musicista ?
Sono un idealista, sono estremamente sensibile, la mia sensibilità è un’ arma a doppio taglio, mi fa sentire più cose ma mi fa anche soffrire di più.
Come musicista mi ritengo una persona in continua evoluzione e ho tanta voglia di migliorarmi, di imparare anche qualche altro strumento e di perfezionarmi costantemente.
Altre passioni di vita ?
La fotografia, per me fotografare è dare la mia impronta ad un paesaggio o altro, rilevando anche gli stati d’ animo delle persone.
I sentimenti che ti raccontano: che cosa ti fa star bene e rasserena e che cosa ti fa star male e rattrista ?
Mi fanno star bene le persone belle, buone, positive, mi fa star bene il sentimento dell’ altruismo e della libertà .
Mi fanno star male e rattristano molto la cattiveria, l’ invidia e l’ indifferenza…
La vita è… Un viaggio ma ci vorrebbe un manuale di istruzione.
Bisogna imparare a vivere, la vita è un viaggio da fare insieme…
Un tuo motto?
Se tu non credi in te stesso, nessun altro lo farĂ per te !